Non succede spesso che, di sabato pomeriggio, un pubblico numeroso e attento accorra alla presentazione di un libro ma penso abbiano giocato a favore vari aspetti. Per prima cosa la considerazione della proposta, sia per la sostanza che per la qualità dell’iniziativa, e poi per la scelta dell’autrice di presentare il proprio lavoro in forma di monologo conferendogli il fascino di un racconto ricco di riferimenti e rimandi di grandissimo interesse storico e politico.
E’ stato per la nostra associazione, in collaborazione col Circolo Nuovi Orizzonti dei Rizzi, una ulteriore importante conferma. Ancora di più, in virtù di questa doppia rappresentanza di presidente de “le Donne resistenti” e consigliera nel direttivo del Circolo, è stato per me un onore e un piacere essere invitata a introdurre la presentazione di questa pubblicazione, cosa che non compare nella locandina a fianco perché , delle tre versioni realizzate, si è scelto di inviare quella che su Fb e sui social occupava meno spazio.
Pertanto, agli eventuali interessati che non abbiano potuto essere presenti, metto qui a disposizione il testo della mia introduzione all’iniziativa.

“Benvenute e benvenuti a questa serata che, anche se non coincide con la data della giornata internazionale delle donne, in realtà ne prolunga e ne persegue l’intento di ricordare a tutte e a tutti, e non solo in un giorno all’anno, come la strada delle pari opportunità tra uomo e donna, la cultura del rispetto tra i generi, la valorizzazione della storia delle donne debba tradursi in una quotidiana e sistematica consapevolezza di questi temi da parte di ciascuna/o di noi. Prima di entrare nel vivo di questo incontro, vorrei condividere con voi alcune riflessioni perché, benché nel nostro intimo si continui a confidare che lo scenario di guerra che si è aperto in Europa trovi una fine il prima possibile, non possiamo esimerci dall’esprimere profonde inquietudini che turbano i nostri cuori e le nostre menti. Mi riferisco al dramma cui stiamo assistendo in tempo reale delle condizioni materiali e morali di vita di tutti i profughi ucraini, soprattutto donne e bambini, ma anche anziani e anziane malati, all’abbandono forzato delle case, delle città, delle campagne, di tutte le attività lavorative che ogni guerra, mette in atto. Resto convinta della necessità di difesa dei valori in cui finora siamo vissuti della pace, della democrazia, della libertà, dei diritti umani e civili anche se, sottotraccia, ogni giorno mi chiedo sgomenta quale sia il giusto prezzo da pagare per salvare tutto ciò e non so darmi una risposta certa.
Mi auguro che anche una serata come questa possa contribuire a darci non solo consapevolezza ma anche speranza che questa profonda crisi non sia solo catastrofe ma anche occasione di avanzamento. Che sia possibile trovare modelli di energia vitali, semplici e potenti al contempo, come quelli di cui Bruna Sibille – Sizia ci ha documentato la possibilità. Riscoprire il multiforme ingegno di questa “partigiana taciuta”, di questa “scrittrice di terra, di guerra, di libertà” attraverso la ricerca appassionata di Martina Delpiccolo, ci permette di dare forza, nei momenti cupi dell’oggi, alla speranza che non solo da un impegno e da un valore militare ma anche e soprattutto da quello proveniente dall’universo femminile si possa fondare una nuova cultura che sappia unire politica, scienza, poesia.
L’affermazione “solo la bellezza ci salverà” che potrebbe suonare stridente con le condizioni materiali di sofferenze psicofisiche, se non di morte violenta e crudele, vissute dalla popolazione ucraina, in realtà trova il suo senso nella lettera di 5000 scienziati russi che dissentono dalle decisioni del governo di Putin. Perchè anche la scienza è una forma di bellezza così come anche ogni azione che difenda la cultura, anzi la diversità delle culture, la letteratura, la musica, la poesia, le tradizioni popolari, la lingua, i dialetti e ultimo, ma non ultimo, il rispetto per tutte le donne di ogni parte del mondo.
Questa iniziativa è stata organizzata dal circolo Nuovi Orizzonti, che nel proprio statuto colloca a “tra i settori d’iniziativa e di intervento, la promozione di tematiche femminili, intese come elementi essenziali di sviluppo della società futura” e dall’associazione – di cui sono presidente – “le Donne resistenti”- fondata dalla indimenticabile amica Paola Schiratti – che , sui solchi profondi da lei scavati, prosegue nella ricerca storica di genere, promuove azioni di contrasto nei confronti di stereotipi, condizionamenti, pregiudizi, valorizza la cultura, i saperi e la storia delle donne nel nostro Paese e nel territorio.
Queste “affinità elettive” tra le nostre associazioni motivano la nostra reciproca amicizia e la collaudata collaborazione nella progettazione di eventi o incontri “al femminile”con autrici del Fvg e non solo, con i loro libri, con le loro testimonianze.
Cito, solo perchè sono le occasioni più recenti, la serata con IlariaTuti, la serata organizzata dall’A.N.P.I. che ha presentato la bellissima pubblicazione delle poesie inedite di Rosa Cantoni, e altre prossime sono in programma per i mesi a venire..
Pertanto questa sera, nella mia doppia veste di consigliera del direttivo del Circolo Nuovi Orizzonti e di presidente dell’associazione “le Donne resistenti”, ringrazio di cuore Martina Delpiccolo perché ci onora della sua presenza .

Martina Delpiccolo, cervignanese, abita a Udine. Laureata in Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Trieste con la professoressa Cristina Benussi, è autrice della ricerca diventata libro che porta alla luce una scrittrice dimenticata di eccezionale: Bruna Sibille-Sizia.
Ha inoltre pubblicato saggi in varie riviste cartacee e on line e si occupa di critica letteraria, ricerca, comunicazione e scrittura creativa. Collabora con il Messaggero Veneto, in particolare con le pagine della Cultura, e con altre testate.È direttrice artistica del festival letterario di Udine “La Notte dei Lettori”, della passata edizione 2021 e della prossima edizione 2022. Martina stasera ci offrirà l’occasione di conoscere il frutto della sua ricerca storica sulla vita di Bruna Sibille-Sizia sottraendola all’oblio “ingrato e ingiusto” che la rese voce carpita e sommersa come viene definita nel titolo di questo libro edito da Kappa Vu nel 2019.
Questo libro, per struttura e finalità, è a pieno titolo un saggio, ovvero una tipologia testuale di solito ritenuta “fredda” nel senso che soddisfa i nostri interessi razionali e appaga le nostre curiosità intellettuali ma molto meno è capace di “tirarci dentro”, coinvolgendoci anche sul piano emozionale come invece è tipico del romanzo, in cui l’empatia tra lettore e personaggi fa scattare immedesimazioni, proiezioni , riconoscimenti, molto potenti sulla nostra immaginazione e formazione.
Ma questo libro invece è un saggio “caldo”, un testo argomentativo sostenuto da un talento narrativo davvero speciale , in cui “ragione e sentimento”, Storia pubblica e storia privata, imparzialità di indagine e di giudizio, rigore scientifico e sensibilità poetica si compenetrano dialetticamente tra loro e ci dicono che “tutto si tiene”ovvero che non ci sono mondi separati. Non nei molteplici campi di produzione di Bruna Sibille Sizia. Neanche nel passaggio da una generazione ad un altra. Ce lo dimostra Martina, nella pagina dei numerosissimi ringraziamenti che rivolge a tutte le persone che lungo questo percorso l’hanno aiutata a trovare le tracce. Ce lo conferma la bibliografia ponderosissima di tutte le tipologie di pubblicazione e di opere artistiche di Bruna e “su “Bruna , in una sorta di filo rosso che lega generazioni del passato e quelle del presente. Nel 2019 quando Martina ha pubblicato il suo libro, la definizione di Bruna come “scrittrice di terra, guerra , libertà” non poteva certo prevedere quanto oggi quelle parole siano cariche di un significato per noi più profondo, ci impongano una consapevolezza ripulita dalla retorica che ci ha un po’ intorpiditi in tanti decenni di pace che davamo per scontata.
Concludo la mia introduzione alla serata con una nota più personale Mi è parso di cogliere nella vita di Bruna Sibille – Sizia un dono particolare: una sorta di terzo occhio con cui Bruna guarda alla vita in ogni suo aspetto, cogliendone il senso “altro” con uno sguardo al contempo distaccato come quello di una scienziata in laboratorio e tuttavia poetico, sempre capace di stupore , quello che il mondo classico greco definiva lo “zhaumàzein”, se volete simile al “fanciullino”di pascoliana memoria, come una bambina fragile e sensibile che vede bellezza anche dove le asprezze della vita la nascondono al resto del mondo.
Ma forse è proprio questa sua intelligenza emotiva che la differenzia e la discrimina, per questa diversità, dalla presunta normalità dei ruoli di donna, di artista, di intellettuale autorizzandosi, precocemente rispetto ai tempi, ad essere semplicemente se stessa. Le renderanno meritata giustizia questa sera le parole di Martina che, nel ricostruire le sfaccettature della personalità di Bruna, le interpreta, ne coglie il fascino e al contempo la solitudine dell’artista in anticipo sui tempi del resto del mondo. Bruna ha trasmesso emozioni e passioni a Martina e Martina lo farà con noi con una relazione di altissimo livello che mi auguro diventi per tutte le donne e gli uomini presenti occasione di riflessione e consapevolezza.”