Rendiamo omaggio  a Giulio con tutto il nostro dolore,  come madri e come  custodi degli stessi valori e della stessa speranza che erano insiti nel suo cuore e in quello di chi lo ha cresciuto. Se la morte del proprio figlio è sempre un fatto contro natura, la sua morte è ancor più straziante, ancor più inaccettabile, come nel caso della coetanea Valeria Solesin.  Su di loro l’immane potenza del negativo si è abbattuta come una folgore, una sorta di vendetta cosmica contro la bellezza delle  loro persone e delle  loro anime capaci di spendersi per gli ultimi, di  vivere nel mondo di cui erano cittadini  operando con  giustizia ed impegno personale.

Non ci sono saldi nelle morti dei figli; che sia a causa di guerre, di attentati, delle migrazioni in massa, del lavoro, della fame, delle malattie, la loro perdita ferisce in modo insanabile chi li ha generati e amati.  Ma quando questi figli,  come Giulio e come Valeria, così belli, nobili di cuore e di intelletto vengono uccisi da un disegno malvagio allora anche chi non sapeva nulla delle loro preziose esistenze rimane annichilito, incapace di esprimere a parole la partecipazione al lutto delle loro famiglie. Ci  stringiamo idealmente ai genitori e possiamo solo educarci ad educare quanti più Giulio e Valerie possibili con gli stessi ideali, con lo stesso coraggio, con la stessa volontà di giustizia e di pace.  Piccoli semi ma fortissimi, capaci di radicarsi tenacemente anche nelle lande più desolate della nostra vita. In ognuno di noi rimanga vivo il loro esempio di eccellenza intellettuale e morale  e di grande umanità.  E soprattutto che la Giustizia italiana non ceda a ricatti  di alcun tipo e  riesca a far condannare , se non i veri mandanti, almeno gli autori materiali delle sue torture e del suo assassinio.