Presso il Circolo Nuovi orizzonti dei Rizzi il 26 gennaio prossimo, giornata della Memoria, verrà proiettato il docufilm “cercando le parole” di Paolo Comuzzi e Andrea Trangoni, che pur essendo stato realizzato nel 2012, mantiene inalterata nel tempo la sua ottima qualità di forma e contenuto. Per coloro che per varie ragioni non avessero mai avuto modo di conoscere l’opera, vale la pena ripercorrere la storia del progetto in cui si inserisce la produzione di questo docu-film che inizia nel 2010 quando Paola Schiratti, all’epoca consigliera provinciale e vice presidente della Commissione provinciale delle Pari Opportunità, riunì un gruppo di rappresentanti di varie associazioni femminili di Udine per proporre una iniziativa relativa al recupero e alla valorizzazione delle donne friulane che furono protagoniste, dopo l’8 settembre 1943, nell’aiutare e confortare gli internati e deportati che transitavano per la stazione di Udine. Si trattava di ricercare materiali per documentare una delle prime forme spontanee di resistenza al nazifascismo da parte di donne di ogni età. Donne che avevano saputo agire disinteressatamente senza chieder mai riconoscimenti pubblici e che avevano testimoniato un esempio di solidarietà e di impegno morale che era cosa giusta raccontare e ricordare. Il progetto prese corpo in modo informale con un comitato “Donne resistenti” formato da Ivana Bonelli (Donne in nero) Carmen Galdi (Commissione PPOO del Comune di Udine ), Antonella Lestani e Flavio Fabbroni (A.N.PI.), Rosanna Boratto, Marisa Sestito e Maila D’aronco (associazione C.O.R.E.) Amanda Tavagnacco, Francesca Tamburlini, Maria grazia Allievi, dalla sottoscritta e dai video –maker Paolo Comuzzi e Andrea Trangoni. Il progetto, di durata triennale, fu articolato in più fasi; nel 2011, anche grazie al contributo del Comune e della Provincia di Udine, fu posata un targa nel piazzale della stazione, a ricordo delle donne friulane che, senza armi,”rifiutando la brutalità degli occupanti nazisti, diedero conforto e assistenza ai deportati e agli internati rinchiusi nei vagoni ferroviari e destinati ai campi di concentramento”. Nel 2012 fu prodotto il docu-film “Cercando le parole”e nel 2013 il progetto si concluse con la pubblicazione del volume “Una disubbidienza civile. Le donne friulane di fronte all’8 settembre del 1943” di Rosanna Boratto e Daniela Rosa, ed. KappaVu, prefazione di Paola Schiratti e a cura di Maria Amalia D’aronco.
Il documentario ricostruisce le vicende delle donne friulane in quel periodo, attraverso le voci delle stesse protagoniste che ci portano dentro un mondo per noi lontano, in cui le ragazze venivano educate ad ubbidire all’autorità della famiglia e della Nazione secondo l’imperativo intransigente e ottuso dell’”ottima sposa, ottima madre”. Tuttavia, in quei giorni drammatici, con autonomia, coraggio ed ingegno, queste donne, all’epoca poco più che ragazzine, seppero intervenire con umanità e solidarietà superando ogni condizionamento educativo ricevuto durante il ventennio del regime fascista. Quasi tutte le protagoniste del video, testimoni che abbiamo avuto il privilegio di conoscere, sono scomparse nell’arco degli ultimi dieci anni, ma godiamo ancora della amicizia e della lucida presenza di Iris Bolzicco, nostra socia onoraria, che sarà presente giovedì sera per una personale testimonianza. Non possiamo che ringraziarla con tutto il nostro affetto e la nostra riconoscenza per il sostegno che continua a dimostrare nei confronti della associazione. Ad esempio quando, il 25 novembre scorso, per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, invitata come testimonial sulla guerra assieme ad una donna ucraina e ad una donna russa, ad un intervento presso la Biblioteca comunale di Grado, alla presenza delle autorità e delle scuole, ci ha proposto di portare in omaggio alla Biblioteca una copia del volume da noi scritto e pubblicato, spiegandone al pubblico presente il percorso e il contesto, contribuendo alla conoscenza dell’associazione e delle sua finalità.
Qui sotto la locandina per la serata del 26 e le foto dell’intervento di Iris a Grado il 25 novembre scorso.
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