Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Asmae Dachan ieri sera, presso il parco del circolo Nuovi Orizzonti di Udine, per la presentazione del suo ultimo libro di poesie “Non c’è il mare ad Aleppo”. L’evento, di cui è allegata la locandina qui a fianco è inserito all’interno della rassegna ”Imperium. Viaggio nel potere” ed è stato realizzato con il contributo del Comune di Udine in quanto inserito all’interno del programma di “Udine estate”. In relazione alle tematiche, oltre al Comitato Stop the war, anche la nostra associazione ha contribuito e dato il nostro logo al Circolo N.O.

Devo ammettere che, pur sapendo della sua esistenza, non ne conoscevo il viso, la voce, le pubblicazioni e, in generale la versatilità della sua intelligenza. Asmae (pronuncia: Asmè) infatti è una giovane donna italo –siriana , giornalista professionista, fotografa, poetessa e scrittrice.
E’ attivista per la pace e la non violenza e nel 2019 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica dal presidente Mattarella per i suoi coraggiosi reportage dai teatri di guerra in Siria e dai campi profughi, nonché per il suo costante impegno per la pace e l’integrazione tra i popoli.
Chi volesse conoscere la sua interessantissima biografia può facilmente accedere ai vari siti in internet che ne documentano le numerose attività.
Non avendo ancora avuto modo di leggere personalmente il libro presentato ieri sera (la casa editrice non ne ha spedito per tempo delle copie) posso solo dire quanto è stato interessante, per certi aspetti istruttivo, ascoltare la voce di chi dal vivo ha registrato gli aspetti della tragedia dei dieci anni di guerra in Siria, il dolore della lontananza , la condizione della popolazione civile, soprattutto delle donne dei bambini. Le sue fotografie, le sue interviste in zone di guerra, in un contatto diretto con la realtà della guerra stessa, ne testimoniano gli effetti crudeli e cruenti in termini di cadaveri, di stupri di genere, di arruolamento forzato di bambini, spesso sotto ricatto delle loro famiglie. Niente infanzia o giochi per bambine e bambini che hanno conosciuto solo dolore e macerie dal momento della nascita, nessun diritto alle donne su cui domina un retaggio patriarcale , maschilista e misogino che preclude loro ogni alternativa e sui corpi delle quali si consumano violenze sessuali e tradizioni tribali come quello delle “spose bambine” , espressione che Asmae rifiuta sostituendola con il più esplicito “stupro legalizzato” .Tuttavia nelle parole di Asmae, nei suoi toni, ciò che colpisce è l’empatia con cui svolge il proprio lavoro di giornalista tesa raccontare i fatti, la pietas nei confronti di una popolazione civile ferita e dilaniata dalla guerra ma anche del giovane soldato privo di ogni alternativa alla coercizione all’arruolamento. Non ci sono espressioni di rancore o ideologiche, spunti per strumentalizzazioni pro o contro l’Islam, ma un invito a riflettere assieme sulla nostra società , sulla possibilità che poesia e bellezza possano essere la cura, quella stessa terapia che, dopo aver fatto il suo primo viaggio in Siria e visto con i suoi occhi cos’è la guerra dal vero, le continua a permettere di gestire l’insonnia che gliene è derivata. Asmae Dachan si è confermata donna di grande valore, di grande umanità , sincera messaggera di una proposta di costruzione di alternative concrete. Fa appello sulla necessità di impegnarci tutti affinchè sia possibile un futuro di maggiore tolleranza e integrazione. Michele Guerra , il moderatore che l’ha intervistata, si è rivelato come sempre sensibile, attento, preparato.
Daniela Rosa