RUOLO DEL PRIVATO SOCIALE

Il piano d’azione straordinario del Luglio 2015 – cito- a pag 6- “interviene sul fenomeno della violenza maschile contro le donne attraverso l’individuazione di azioni coordinate – tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti- tese principalmente a prevenire il fenomeno e a rafforzare le misure a sostegno delle donne e i servizi a loro dedicati, il tutto in un’ottica non solo di soccorso ma di empowerment femminile. E’ necessario porre in essere azioni sinergiche tra le Istituzioni e il mondo dell’associazionismo e più in generale del privato sociale, riconoscendo a livello normativo la rilevanza dell’esperienza e dei saperi che, in primis, i centri antiviolenza hanno sedimentato, anche mettendo a frutto l’esperienza politica del movimento femminista, nei diversi territori ove sono presenti, lavorando per il contrasto al fenomeno e per il rafforzamento della promozione e la protezione dei diritti umani delle donne”. In sostanza si ritrova qui legittimato e riconosciuto il ruolo che la nostra associazione culturale e di promozione sociale“le Donne resistenti” rappresentava già da tempo prima nel nostro territorio, ossia dal 2013 , data della sua fondazione giuridica, per iniziativa della dott.ssa Paola Schiratti, che ci ha purtroppo lasciati nel 2015.
Tra le finalità del nostro statuto – che si possono ritrovare per esteso nel nostro sito www.ledonneresistenti.it – posso infatti citare le più pertinenti a quanto previsto successivamente nel Piano Nazionale. Ossia: offrire opportunità per dare spazio e visibilità alla cultura,ai saperi e alla storia delle donne e dell’associazionismo femminile. promuovere iniziative di conoscenza e di confronto con gruppi diversi per diffondere una cultura del rispetto nella definizione della propria identità. Promuovere l’organizzazione di convegni di sostegno e diffusione di buone pratiche sul tema della identità di genere e sui temi della coesione sociale. Promuovere azioni di contrasto nei confronti di stereotipi, condizionamenti e pregiudizi. Promuovere attività culturali e formative a carattere nazionale ed internazionale, anche in collaborazione con altre associazioni ed Enti Locali che perseguono analoghe finalità istituzionali Non a caso abbiamo fondato l’associazione proprio dopo aver avviato e portato a compimento alcuni progetti di valorizzazione delle storia delle donne di questa regione.
Mi riferisco al posizionamento di un targa in stazione di Udine per ricordare le donne friulane della resistenza civile che, durante l’internamento e la deportazione, a partire dall’8 settembre del 1943, hanno raccolto i bigliettini che prigionieri e prigioniere facevano cadere dai carri bestiame o aiutandoli a fuggire. Su questi fatti abbiamo prodotto il docu-film “Cercando le parole”(2012) ed è stato pubblicato il volume “Una disubbidienza civile”(2013). Abbiamo collaborato fin dal 2012 alla stesura del protocollo provinciale antiviolenza intitolato Linee guida per la promozione di strategie condivise finalizzate a contrastare la violenza contro le donne e i minori e a progettare azioni preventive , che è arrivato anni dopo i protocolli delle altre Province del FVG, e che è stato strenuamente voluto da un gruppo di persone che affrontano con diverse competenze e a diverso titolo la tragica realtà della violenza domestica nel nostro territorio, che colpisce soprattutto donne, bambini e bambine. Abbiamo organizzato convegni sui temi del lavoro delle donne, sulla scuola , sul welfare. Nel 2015 siamo state impegnate nel tavolo di coordinamento del convegno “Violenza mai più”che si svolse in Sala Ajace ad Udine e da allora siamo state componenti del gruppo di lavoro che quest’anno ha ricevuto una validazione come comitato scientifico per la realizzazione di questo convegno.

In Italia e nelle nostra regione la crisi economica, la crisi culturale e sociale ci spingono ad impegnarci, come Privato sociale, per dare il nostro contributo , intervenendo sia in collaborazione (ma talvolta anche in supplenza) con le Istituzioni per ridurre il più possibile il peso economico ed emotivo di questa crisi che le donne reggono sulle loro spalle e che troppo spesso, per una somma di concause, le vede vittime di violenza domestica. Noi intendiamo, anche in collaborazione con altre realtà associative del territorio e in sinergia con le Istituzioni, occuparci di questo problema sociale insieme ai servizi sociali ed alla scuola. Pensiamo infatti che i servizi sociali debbano essere sostenuti, possano creare equità, benessere e, allo stesso tempo, siano un settore economico da espandere. Infatti, nei Paesi europei in cui sono valorizzati da politiche sociali attenti alle famiglie e alle donne, sono la chiave per consentire loro l’entrata nel mondo del lavoro,con conseguente incremento del PIL nazionale.
Nelle scuole è necessario prevenire eventuali violazioni dei diritti della persona (marginalizzazioni, bullismo, maltrattamenti, imposizioni non accettabili dalle leggi dello stato italiano e contro ogni forma di discriminazione e sopraffazione di genere) Molti progetti sono già in corso , ma molto c’è ancora da fare. Incidere sulla cultura per noi significa modificare paradigmi di pensiero stratificati, comportamenti e idee superati, combattere stereotipi, e allo stesso tempo fare emergere aspetti positivi dei comportamenti e delle idee del presente e del passato.
Una particolare attenzione viene da noi riservata ai problemi che riguardano la vita delle donne nel nostro paese e nel territorio, perché ancora non riconosciute, sottostimate, vessate, troppo spesso vittime di violenza domestica, mentre hanno sempre saputo dimostrare le tante doti che le contraddistinguono. Il ruolo del Privato sociale e il nostro in particolare è di operare per abbattere pregiudizi e barriere che relegano le donne in basso ed è obiettivo fondamentale per lo sviluppo economico, civile e morale in Italia. Il Privato sociale attivo nell’ambito delle questioni di genere deve farsi carico di vigilare sull’osservanza del rispetto dei diritti delle donne e di sollecitare eventuali norme a tutela delle nuove realtà emergenziali non ancora riconosciute dal legislatore.

In conclusione è un nostro impegno civile quello di informare, sensibilizzare, prevenire, formare, ascoltare le donne raccogliendo le criticità provenienti da ogni aspetto della realtà che ci circonda ancora troppo lontana da una necessaria educazione al rispetto delle differenze di genere, per farci portavoce delle istanze di PPOO in ogni campo e sollecitare le istituzioni e i politici ad una assunzione di responsabilità che abbia il compito – come recita l’art.3 della nostra Costituzione – “..di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Pertanto siamo liete di far parte a pieno titolo del governo territoriale del fenomeno della violenza di genere, che prevede un sistema di governance costituito dal Tavolo di coordinamento degli interventi per il contrasto, il trattamento della violenza maschile contro le donne e il loro reinserimento socio-lavorativo, così come indicato dal Piano d’azione straordinario del Governo datato 7 luglio 2015. Nell’ambito di questo tavolo noi vogliamo assicurare anche per il futuro il nostro impegno e la nostra fattiva partecipazione.

Daniela Rosa

22 novembre 2017