Segnalo il libro “Bibbia e Corano a Lampedusa” – ed. La Scuola
E’ un volume che raccoglie ciò che rimaneva nella stiva del barcone naufragato l’8 maggio 2011 a Lampedusa, quando sono morti in mare tantissime persone. In quella occasione mani pietose hanno raccolto con rispetto due bibbie e un corano oltre a ciò che era contenuto nelle tasche delle persone sopravvissute e addosso ai corpi restituiti dal mare. Si tratta di lettere, documenti, diari, cartoline, un rosario popolare fatto di spago, un glossario di termini inglesi per una comunicazione di sopravvivenza oltre agli accorati appelli e alle denunce di chi tutti i giorni si misura con questa umanità in cerca di riscatto: la sindaca di Lampedusa, il parroco, il vescovo di Agrigento, un gesuita.
Rifletto sul fatto che uomini e donne impegnate nell’accoglienza e nel far fronte a momenti concitati dove si deve distinguere chi sta bene da chi sta per morire, da chi sta per partorire, i minorenni dagli adulti, ecco proprio quelle persone compiano anche quel gesto mesto di raccogliere oggetti di proprietà privata, piccole cose che fanno parte di quell’uomo o quella donna che le teneva con sé.
Un gesto di umanità è anche il raccogliere queste testimonianze e farne un libro. Questo scrigno raccoglie qualcosa che non si deve dimenticare e che ricorda alle Istituzioni italiane ed europee che questa che non è più un’emergenza, gli sbarchi avvengono quasi con regolarità, basta guardare il mare difronte casa mia per pensare: oggi è giornata di sbarchi! Il mare calmo ed a volte anche mosso favorisce la partenza di gente che si ammassa sulle coste africane, che ha investito tutto quello che aveva per andar via e cercare un futuro diverso per sé e per i suoi figli.