In tempo quasi reale, anzi leggermente in anticipo sulle ricorrenze che scandiscono giornate di riflessione e memoria riconosciute a livello mondiale ( tra dovere morale e qualche retorica di troppo) qual è quella dell’8 marzo prossimo, dedicata alla giornata internazionale delle donne, apprendiamo dalla stampa che l’ attuale presidente della Commissione regionale per le pari opportunità (in sigla Crpo)  del Friuli Venezia Giulia-  Dusy Marcolin – è stata eletta alla guida del coordinamento nazionale “che riunisce i vertici di tutti gli analoghi organismi di garanzia italiani. Si tratta della prima volta per una friulana”. (M.V. 5/03/2023)

Dopo esserci congratulate per questo importante riconoscimento che fa onore a lei e alle donne della nostra regione tuttavia ci viene spontaneo chiederci quante cittadine e cittadini siano a conoscenza dell’esistenza di questo organismo consultivo del consiglio regionale e della giunta e delle sue funzioni. Proviamo a semplificare l’argomento.

Le Pari Opportunità sono un principio giuridico inteso come la  rimozione di ostacoli alla partecipazione economica politica e sociale di un qualsiasi individuo per ragioni connesse al genere, religione e convinzioni personali, razza e origine etnica, disabilità, età orientamento sessuale e politico.  Quindi va fatta una premessa che chiarisca come, sulle questioni di genere in particolare, ovvero sulle problematiche che ancora discriminano o marginalizzano le donne in modo diretto e indiretto, l’istituzione di Commissioni per le PP.OO possa essere uno strumento di sensibilizzazione, di tutela, un laboratorio di elaborazione di azioni positive nei confronti delle donne, finalizzato a contrastare una cultura ancora pervasivamente impregnata di stereotipi e pregiudizi sessisti, maschilisti, misogini. La figura prepotente ed oppressiva del pater familias è ancora presente in questa Italia che solo nel 1975 ha cancellato questa potestà del coniuge, che fino al 1981 ammetteva il delitto d’onore e fino al 1996 considerava lo stupro un delitto contro la morale. Oltre a ciò, sappiamo che le cifre che  riguardano i femminicidi sono addirittura in aumento. Dopo la Convenzione di Istambul le donne hanno fatto molti passi avanti in termini di riconoscimento dei loro diritti ma, anche in Italia, siamo ancora lontani da una effettiva par condicio tra uomini e donne nel mercato del lavoro, nei salari, nelle attività di cura di bambini e degli anziani, nelle carriere professionali. Perchè non è detto che quanto conquistato a livello giuridico dalle donne grazie ai movimenti femministi degli anni Settanta si sia tradotto in un reale cambio di paradigma culturale da parte del pensiero dominante e del mondo della politica con cui il confronto resta sempre faticoso e a volte conflittuale. A questo lavorano le commissioni regionali e comunali di Pari opportunità ma, avendo un ruolo puramente consultivo, formate da consigliere nominate dalla maggioranza della governance di ogni turno amministrativo, devono fare affidamento di fatto soprattutto sulla loro determinazione, autorevolezza, e perchè no, anche di autonomia critica nei confronti delle scelte delle giunte da cui esse stesse sono state nominate. Pertanto il cerchio spesso  può risultare sconfermante, e invece a volte può funzionare molto bene… dipende dalle amministrazioni, dalle Commissioni, dalle stesse donne che le compongono…

La strada è ancora molto lunga e dura ma gli spazi esistono e occuparli con competenza incoraggia uomini e donne a“formare” pensieri migliori per un mondo migliore.