Nella subcultura alimentata dalle televisioni commerciali, nella ripetizione di canali tematici che frantumano le complessità, maniacalizzano  gli interessi e disattivano l’intelligenza, si capisce forse perché al liceo Giulio Cesare di Roma, uno dei licei classici più rinomati della capitale, la lettura del libro di Melania Mazzucco “Sei come sei” ha  fatto esplodere un caso: la denuncia delle docenti da parte di due associazioni sollecitate da una coppia di genitori turbati dall’argomento e dalla storia narrata.
Non avendo ancora avuto modo di leggere il libro non  posso entrare nel merito ma esprimo comunque la mia solidarietà alle colleghe del liceo romano: sono brave a combattere l’ignoranza e ad affrontare a scuola, in un progetto elaborato assieme agli studenti, tutte le diversità. Dalla nazionalità alle differenze religiose, comprese quella dell’omosessualità e dell’omofobia. Lo hanno fatto proponendo agli studenti un libro che narra la storia di una famiglia composta da due padri e una figlia.
Il libro, leggo dalla stampa, contiene dei passaggi di sessualità esplicita e sembra essere  stata questa la causa della denuncia, ma anche la ministra Stefania Giannini  intervistata da “la Repubblica”difende l’operato delle insegnanti . Anche Ivan Scalfarotto – sottosegretario alle riforme e gay dichiarato –  spiega che il libro della Mazzucco è sotto attacco “non tanto perché contiene passaggi di sessualità esplicita ma perché parla di una famiglia composta da due padri”. Tema, questo, della genitorialità omosessuale che imbarazza non poco la politica…
Se qualche genitore pensa seriamente di difendere il proprio figlio dalle diversità dalla presunta “normalità”non è  la scuola che deve censurare ma le televisioni commerciali, le pay tv, le edicole, i settimanali, i video clip, i reality, i “grandi fratelli “soprattutto delle edizioni USA. Poi non deve farlo viaggiare perché potrebbe conoscere aeroporti, stazioni ferroviarie, gabinetti pubblici con scritte così oscene da risultare paradossalmente comiche. Deve impedirgli di conoscere la vita di poeti e poetesse, di filosofi, artisti, pittori, scultori, scrittori, di essere magari operato da un chirurgo gay; deve impedire cioè al proprio figlio o figlia  di conoscere altro da quello che vive in casa. Nessun diritto ad un proprio pensiero, parola, opinione. Un genitore può non condividere  le scelte di un figlio, come quasi sempre capita, ma può impedirgliele solo plagiandolo. E’  davvero amore questo? I genitori che a Roma hanno denunciato le due insegnanti che con grande sensibilità e attenzione al sociale hanno attivato le lezioni “di genere”contro gli stereotipi maschili e femminili, sono un pessimo esempio educativo.  Detto questo è molto probabile che l’intera questione sia stata fortemente strumentalizzata. E’ un giallo infatti il caso degli opuscoli dell’ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari Opportunità commissionati all’istituto “Beck” ( specializzato in terapia cognitivo comportamentale, contro il bullismo omofobico) e poi sepolti nel silenzio sia dal governo Letta che dal governo Renzi.  Il progetto, dotato di cospicui finanziamenti, ha portato alla pubblicazione di tre opuscoli “Educare alla diversità a scuola” , e nel febbraio scorso  erano  pronti per essere distribuiti ai docenti: ma il percorso degli opuscoli si è inceppato.  È scoppiata la polemica perché alcuni gruppi cattolici e la CEI ne hanno denunciato presunti attacchi alla “famiglia naturale” .  Così gli opuscoli prima commissionati , poi elogiati perché ben fatti , poi censurati,  sono finiti insabbiati. “ migliaia di euro buttati via, eppure bastava scorrerli con attenzione e senza pregiudizi ideologici, per capire che questi manuali sarebbero stati una guida preziosa per gli insegnanti. Utili ad evitare forse nuove tragedie di ragazzi incompresi“ (Maria Novella De Luca, da “ La Repubblica” del 30 aprile 2014)